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Ho iniziato a soffrire di fortissimi attacchi di panico…

Buongiorno,
Vi scrivo perché in questi giorni non mi sento per niente bene a livello psicologico, e non so con chi parlare di quello che sto provando. Si tratta di una forte ansia che non mi lascia da ormai 15 anni e che, negli ultimi mesi, é aumentata, condizionando tantissimo le mie giornate. Durante il periodo delle scuole medie ho iniziato a soffrire di fortissimi attacchi di panico, i quali mi “hanno impedito” di uscire di casa per ben due anni (addirittura stavo male anche solo cambiando stanza o accendendo la luce), facendomi anche saltare la scuola. Poi, grazie all’aiuto di un equipe di psicologi, sono riuscita ad affrontare tutto con coraggio, a riprendere la scuola, a diplomarmi e anche, fra poco, a laurearmi. Ho vissuto le mie belle esperienze con gli amici, mi sono innamorata e ho costruito una bella relazione con il mio attuale ragazzo. Nonostante questo, anche se gli attacchi di panico veri e propri non si sono quasi mai più ripresentati, vivo costantemente in uno stato di allerta, di controllo e di ansia che non mi fa respirare e che condiziona anche il mio corpo, facendomi provare una forte tensione muscolare, tachicardia e spossatezza. Soprattutto dopo il Covid, la mia ansia é aumentata notevolmente , arrivando a condizionare le mie giornate. Ho smesso di guidare la macchina perché avevo il terrore di farmi del male, o fare del male agli altri. Per qualche mese ho fatto fatica a studiare, ad andare in università con i mezzi, per paura che mi potesse succedere qualcosa di brutto. Quando devo andare a fare un viaggio con il mio fidanzato, i giorni prima non dormo, perché inizio a pensare a tutte le cose brutte che potrebbero succederci (un incidente, un malore, la morte di un nostro caro mentre siamo via ecc). Se vengo a conoscenza di qualche notizia triste, come la morte di un giovane ragazzo per un incidente, o un attentato in qualche locale, ecco che la mia mente inizia a macchinare, a farsi dei film catastrofici che vedono me come protagonista. Ma questi pensieri non vengono e poi vanno via dopo 10 min, anzi! Rimangono nella mia mente per qualche giorno, lasciandomi solo se subentra un’altro pensiero più forte! Anche gli incontri relazionali che faccio mi condizionano spesso: per esempio un giorno ho incontrato una vicina di casa che ha iniziato a parlarmi della figlia, la quale aveva scoperto di avere un melanoma e che aveva iniziato la cura. Ecco, da quel momento li, che risale ad un anno fa, io ogni tanto mi guardo i nei con insistenza, e spesso mi sembra di vedere una forma diversa, un colore diverso. Poi però mi rendo conto di essere semplicemente ossessionata, ed é come se in quei momenti non avessi più il controllo della mia mente. Negli ultimi giorni invece mi è presa un’altra ansia, quella di avere un tumore al seno. Ho guardato casualmente un video su Instagram che parlava di una ragazza che aveva scoperto di avere un tumore grazie al suo cane (che tra l’altro bisogna vedere quanto ci sia di vero), il quale le indicava sempre il punto dove lei sentiva un pizzicore. Ecco, io ovviamente qualche minuto dopo ho iniziato a sentire lo stesso pizzicore, oltre che a sentire una forte tensione mammaria. Ho iniziato a palparmi il seno insistentemente, facendomi quasi anche male, e creando un circolo vizioso di paura e ansia fortissime! La cosa assurda è che, nonostante io non sentissi nulla di particolare (noduli o rigonfiamenti), ho continuato a palparmi per giorni, convincendomi di sentire sempre cose diverse e strane. Dopo qualche giorno mi sento un pochino meglio, ma anche questo episodio mi ha fatto capire quanto io sia fragile a livello psicologico. Quanto mi basti poco per “passare fuori di testa”. Io sono già in cura da una psicologa, ma credo che la cambierò, perché il suo approccio si basa tanto sull’ascolto e poco sul dialogo, mentre io credo di aver bisogno di un riscontro forte, delle parole confortanti, che spero possiate darmi anche voi.
Vi ringrazio tanto in anticipo, buona giornata

Anonima


Cara Anonima,
la tua consapevolezza ci sembra un elemento prognosticamente positivo, visto che ti sei già rivolta a degli specialisti per affrontare ciò che senti essere come dei veri blocchi e che t’impediscono di vivere serenamente le tue esperienze di crescita.
L’ansia fa stare in uno stato perenne di allerta, come se l’esterno sia pieno di pericoli e quindi troppo insidioso, ciò fa attivare un eccessivo di bisogno di controllo che inevitabilmente impedisce il movimento perchè paralizzante. 
Hai mai pensato di raccontare alla tua psicologa di come ti senti rispetto al vostro rapporto, del bisogno che senti, di cosa ti manca? Questo potrebbe essere per l’analista un elemento importante per lavorare non solo sul vostro rapporto ma soprattutto sarebbe per te un riconoscere e affermare il tuo vissuto che fatica sempre a prendere una sua forma, una forza direttiva ma che si consuma in un loop introverso fatto di congetture e di anticipazioni. Il controllo, l’ansia come più volte hai sottolineato anche tu ti impediscono di entrare in contatto con una maggiore spontaneità.
In ogni situazione da te raccontata, sembra centrale l’angoscia di morte. Il Covid sicuramente ha contattato proprio quelle aree così profonde legate al controllo, alla morte improvvisa, alla paura del contagio, dell’approccio, della vicinanza. Probabilmente questo evento collettivo ha fatto emergere quella ferita profonda con cui avevi imparato a convivere.
Se ci pensiamo è molto più difficile vivere che morire, tu cerchi di controllare gli eventi catastrofici che ti impediscono poi di stare realmente nel presente, di essere connessa con i tuoi bisogni, con la dimensione del piacere. 
Siamo certi che troverai il modo di scrivere nuove trame attraverso la tua consapevolezza e le tue risorse.
Un caro saluto!